Interviste

Chiellini: “Vidal beveva più del dovuto, Conte voleva metterlo fuori rosa”

Dall’autobiografia di Giorgio Chiellini alcune rivelazioni sull’esperienza di Arturo Vidal alla Juve

Dall’autobiografia di Giorgio Chiellini vengono fuori nuovi aneddoti che inevitabilmente faranno molto discutere: gli ultimi riguardano l’ex compagno Arturo Vidal. Il quasi 33enne centrocampista cileno è stato a Torino dal 2011 al 2015, trascorrendo tre stagioni sotto la guida di Antonio Conte e una con Massimiliano Allegri. “Il calciatore non è un diavolo né un santo, la distinzione da fare piuttosto è un’altra, ovvero tra quelli veri e quelli falsi. Uno come Vidal ogni tanto usciva e beveva più del dovuto, lo sanno tutti, si può dire che l’alcol era un po’ il suo punto debole – racconta – Mica ci mettiamo a discutere il campione, o la persona, per questo! Le debolezze fanno parte della natura umana, contano le conseguenze che possono avere su un gruppo. Il grande Arturo un paio di volte all’anno non si presentava all’allenamento, oppure arrivava che era ancora piuttosto allegro, diciamo così. Ma non ha mai battuto la fiacca, anzi, penso che a volte certi modi di essere diventino una forza. Purtroppo io ho conosciuto poco Paolo Montero, un altro che viveva la notte da re. E l’ultimo anno da noi, quando il suo rendimento era calato, Moggi andò da lui e gli disse: ‘Paolo, ti prego, smetti di restare a casa la sera, torna quello di sempre!”. Anche Vidal era un po’ così'”.

Chiellini: “Conte voleva metterlo fuori rosa ma…”

In questi giorni pare che il Barcellona abbia riproposto Vidal alla Juve in campo di Pjanic, ma la dirigenza bianconera rimane ferma su Arthur: o il brasiliano o niente. Piuttosto, “il guerriero” potrebbe ritrovare mister Conte all’Inter. Sul centrocampista cileno, però, Chiellini ha ancora un aneddoto da raccontare: “Ricordo ancora una tournée americana – rivela – eravamo a Miami la sera prima dell’ultimo allenamento prima di ripartire, in libera uscita. La mattina dopo, Arturo non si vedeva. Era a letto, e dovettero tirarlo giù a forza. Quel giorno provammo anche il nuovo materiale d’allenamento, eravamo tutti vestiti di nero e c’erano 40 gradi: il mister Conte non vedeva l’ora che Vidal in quello stato mollasse, per metterlo fuori rosa e dargli una punizione esemplare. Invece, dopo dieci minuti in cui Arturo sembrava ancora brillo e non vedeva neanche passare il pallone, finì l’allenamento che correva come un matto e staccava tutti di venti metri a ogni allungo. Cosa vuoi dire a una persona così, che tra l’altro porta gioia nel gruppo oltre a essere un trascinatore, un combattente e un grande campione?”.

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Pubblicato da
Alberto Zamboni