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Cessioni Juventus 2018-2019: in tre verso Udine

La Juventus 2018-2019 comincia a prendere forma dopo gli acquisti di Caldara, Perin, Emre Can e quello imminente di Joao Cancelo. I campioni d’Italia hanno salutato alcuni senatori della rosa (Buffon, Lichtsteiner e Asamoah), ma stanno ringiovanendo la rosa e probabilmente lo faranno ancora nelle prossime settimane. I media parlano tanto di altri possibili colpi in attacco e a centrocampo, che potrebbero essere finanziati con alcune cessioni “dolorose”. Molto richiesti Pjanic (il Barcellona sembra pronto a fare follie), Benatia e Rugani (il Chelsea diventa sempre più insistente), i dirigenti della Juve stanno però lavorando anche per incassare un bel tesoretto da calciatori attualmente considerati fuori dal progetto e dei quali comunque se ne vuole mantenere il controllo.

Stiamo parlando su tutti di Rolando Mandragora, Emil Audero e Alberto Cerri. Secondo quanto riferiscono diverse fonti giornalistiche, si tratta di un trio che potrebbe rimanere in “bianconero” cambiando però squadra. Nelle prossime ore, infatti, saranno ancora più intensi i contatti già avviati tra la Juventus e l’Udinese, club con il quale i torinesi fanno affari da sempre. La famiglia Pozzo fa sul serio per il centrocampista rientrato dal prestito al Crotone che piace molto al Monaco e per il quale Marotta avrebbe chiesto 20 milioni e la possibilità eventualmente di tenersi un diritto di riacquisto.

Durante i sondaggi dell’Udinese, inoltre, sarebbero stati fatti anche i nomi di Audero e Cerri. Il 21enne portiere italo-indonesiano ha molte richieste e dopo Bologna e Sampdoria anche i friulani sembrano seriamente interessati alle sue prestazioni. Il prezzo, in questo caso, si aggira sui 10 milioni, mentre qualcosa in più è valutato il centravanti rientrante da un’ottima stagione al Perugia. Il nuovo responsabile dell’area tecnica Daniele Pradé dovrà però tirare fuori qualcosa come 13-15 milioni, la cifra che pare abbia messo sul piatto l’Eintracht. In Friuli, Cerri ci andrebbe di corsa.

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Pubblicato da
Alberto Zamboni