Calciopoli: sparite le telefonate del Bologna

Un altro mistero, tra i mi­steri del giardino di Calciopoli. Proprio oggi il perito trascritto­re del tribunale di Napoli, Ro­berto Porto, riattiva il suo per­sonale tassametro: provvede a colmare la lacuna creata ed evidenziata da Tuttosport sul­le 109 telefonate non trascritte tra quelle ammesse nel fascico­lo processuale dalla giudice Casoria e nei prossimi 45 gior­ni a 4 euro l’ora di lavoro, spe­riamo, depurerà le 600 nuove­vecchie telefonate dagli errori e metterà nero su bianco le 109. Nell’ambito dell’istruttoria sul­l’esposto presentato dalla Ju­ve, poi, il procuratore federale Stefano Palazzi ha previsto per il 3 marzo anche l’audizio­ne dell’ex arbitro Nucini. \r\n\r\nAttenzione, co­munque, parlavamo di un al­tro mistero. Eh sì, perché nel mare magnum delle 180 mila telefonate di Calciopoli ci sono rivoli e rivoletti che sfuggono a quasi tutti. Non è sfuggito, ai consulenti della difesa Moggi e De Santis, che siano presen­ti nei tabulati dei telefoni di tre intercettati assai celebri tracce certe di cinque chiamate che provengono da un numero 051-611XXXXX tre al fischiet­to De Santis e una a testa a Pairetto e Bergamo. Ma di quelle telefonate nei cd ufficia­li non si trovano i file audio, non c’è brogliaccio insomma sono telefonate fantasma.\r\n\r\nQuel­l’utenza fissa corrisponde ­nientepopodimenochè – alla se­de del Bologna Calcio: qualche dirigente del Bologna di Gaz­zoni (la cui curatela fallimen­tare, unitamente all’attuale Bologna è parte civile al pro­cesso di Napoli) o qualcuno che aveva accesso a quel centralino chiama tre volte De Santis, ar­bitro in attività, sul telefono Aia alle 16.11.49, alle 16.12.50 e alle 16.32.21 del 28 febbraio 2005, il lunedì seguente ad uno scialbo Bologna-Livorno 0-0 arbitro Rodomonti. Lo stesso centralino chiama Pairetto il 14 marzo 2005 alle 16.11.36: anche qui niente file audio. E niente da sentire anche quan­do il Bologna Calcio che fu chiamata al telefono da Berga­mo, il 18 novembre 2004 alle 15.35.03. Cosa si sono detti non lo sappiamo, ma sappiamo che chiamavano tutti. Ma qualcu­no più vergine di altri, anche gli arbitri in attività.\r\n\r\n(Di Alvaro Moretti per ‘Tuttosport’)

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Pubblicato da
Alberto Zamboni