Dopo la conferenza stampa di Andrea Agnelli, che è stata una vera e propria ‘dichiarazione di guerra’, la Vecchia Signora (e Luciano Moggi, per una strada propria) cominciano a muoversi contro la Figc: saranno 4 gli esposti e un ricorso quelli messi in campo dalla Juventus pur di riottenere i due scudetti revocati dalle sentenze di Calciopoli. Si parte, come riporta ‘Tuttosport’, con il Tnas, il tribunale nazionale di arbitrato per lo sport presso il quale la Juventus ha impugnato la delibera del Consiglio Federale che il 18 luglio si è dichiarato incompetente a decidere sullo scudetto assegnato all’Inter nel 2006 dall’ex membro del proprio Cda Guido Rossi. All’interno del Coni, c’è già chi ipotizza incompetenza del Tnas e immagina che questo stesso possa deviare la questione all’Alta Corte del Coni. Ma è un discorso che poco tange la società bianconera che con il proprio azionista di maggioranza ha detto a chiare lettere che c’è “qualcuno che ha qualcosa da nascondere”.\r\nInsomma, se la giustizia sportiva dovesse tergiversare troppo, la Juventus non avrebbe troppe remore a passare al Tar. Intanto a ottobre è attesa la sentenza di Napoli, che può essere un punto di riferimento importante anche per la giustizia sportiva, anche se la Juventus ha piuttosto fretta. Se il Tnas si considerasse competente, la grande curiosità sarebbe la presenza dell’Inter, parte interessata alla quale la Juventus ha fatto pervenire la notifica del ricorso. L’orientamento della società milanese, è quella di non presentarsi davanti a un tribunale, seppure “di arbitrato”, per discutere di Calciopoli e delle telefonate di Facchetti e Moratti. C’è, infine, il rischio che la legge 49 del 2011 della Corte Costituzionale limiti il campo del ricorso al Tar al semplice risarcimento danni e lasciando fuori l’atto di assegnazione dello scudetto ai nerazzurri.\r\n\r\nLE MOSSE DI LUCIANO MOGGI\r\nGli avvocati di Luciano Moggi, Flavia Tortorella e Maurilio Prioreschi, intanto hanno inviato un’altra richiesta per cercare di chiarire il giallo della radiazione mai intervenuta per Enrico Preziosi. Adesso il Tnas sta per dissecretare anche i verbali relativi ad un’altra conciliazione, quella dell’ottobre 2005 con cui Preziosi rinunciava ai ricorsi al Tar contro le sentenze su Genoa-Venezia e ad eventuali richieste di danni. In sostanza, i legali di Moggi vanno all’attacco del vero mistero che riguarda la fine fatta fare alla proposta di radiazione partorita dalla Caf Figc il 27 luglio 2005 per l’illecito sportivo sanzionato alla luce del passaggio della famosa valigetta nel caso Genoa-Venezia. Perché nei documenti della Camera di Conciliazione già ottenuti per la difesa Moggi, c’è ancora altro di interessante che servirà a far luce sul perché la radiazione che automatica per i protagonisti di Calciopoli non lo fosse per Preziosi.\r\nMaurilio Prioreschi, legale dell’ex direttore generale della Juventus è duro: “Mi meraviglia la reazione del presidente Abete sulla circostanza che il Tnas abbia tolto il segreto sulle conciliazioni di Sabatini e Preziosi. Mi meraviglia perché Luciano Moggi con le sue richieste sta esercitando il suo diritto di difesa per verificare se c’è stata tra lui e gli altri disparità di trattamento sul tema radiazioni. E quello alla difesa è un diritto garantito anche dalle norme federali, ma che viene talora ignorato dai suoi organi. Dopo aver letto il contenuto di quei verbali di Preziosi e Sabatini, però, capisco perfettamente perché la Figc preferisse che rimanessero segreti. Attraverso la conoscenza di quei verbali, abbiamo avuto conferma della nostra intuizione: ancora una volta la Figc quando si tratta di Moggi usa due pesi e due misure. Da un lato vengono cancellate o spariscono delle preclusioni a carico di un soggetto recidivo per fatti gravi, dall’altro viene coniata una norma ad personam per radiare Moggi. Noi abbiamo ora la prova che c’è stata disparità di trattamento, che ovviamente faremo valere in tutte le sedi competenti. Non solo la Juve, infatti, ma anche Moggi ha subìto danni ingentissimi dei quali chiederà certamente il ristoro. Tra l’altro non è vero quanto detto da Abete alla Gazzetta dello Sport: la clausola di riservatezza non è stata richiesta dal solo Preziosi e le conciliazioni con lui non riguardano solo un ultimo periodo della sua squalifica. Non serve fare i conti, basta leggere quei verbali. Mi auguro che quanto dichiarato da Abete sia dovuto a difetto di informazioni sulla vicenda. Anche se due delle tre conciliazioni sono state fatte sotto la sua presidenza, e quindi… Se così non fosse sarebbe molto grave questa uscita del presidente. Se Abete ritiene che in questa vicenda non sia stato nascosto nulla – prosegue il legale -, tolga egli stesso il segreto su quei verbali e li renda pubblici. Così tutti potranno verificare la legittimità di quanto fatto: a mio giudizio trattare in modo diverso degli associati e tenere nascosto tutto questo contrasta con l’articolo 1 del codice di giustizia sportiva. E il procuratore Palazzi ha il dovere di indagare”. \r\n\r\nCredits: ‘Tuttosport\r\n