Calciopoli ecco le motivazioni: non alterato il campionato 2004-2005

Ci siamo! Il quotidiano torinese ‘Tuttosport’ sta in queste ore leggendo le motivazioni della sentenza di primo grado del Processo di Calciopoli e sta riportando nella propria edizione online i primi dettagli di quelli che sono stati i motivi della condanna di Luciano Moggi e Co. Stando a quanto si legge su Tuttosport.com, dunque, ci sarebbe la conferma che il campionato 2004-05 non è stato alterato, ma i giudici hanno deciso di punire il ‘pericolo di frode’. “Il dibattimento in verità non ha dato la prova del procurato effetto del risultato finale del campionato 2004/2005”, spiega nelle motivazioni la giudice Teresa Casoria. Moggi e gli altri sono colpevoli del reato di “pericolo di frode”: le telefonate (seppur telefonassero tutti), le cene (seppur cenassero tutti), sarebbero la prova dell’esistenza “di un quadro sociale delle condotte indicativo di una generalizzata tendenza a conquistare il rapporto amichevole, in funzione del suggerimento, con designatori e arbitri, che pero’ non e’ di per se idoneo, ad avviso del collegio, a precludere il giudizio sui reati”. La corte, comunque, per gli imputati riconosce che “la posizione rispetto ala contestazione esce fortemente ridimensionata dal dibattimento“.

Addirittura, a pagina 85 delle motivazioni, viene riconosciuto il metodo alquanto bizzarro nella selezione delle telefonate: “la difesa e’ stata in fatto molto ostacolata nel suo compito dalla mole delle telefonate, 171 mila, e dal metodo adoperato per il loro uso, indissolubilmente legato a un modo di avvio e sviluppo delle indagini per congettura, emerso dal dibattimento“.

Per quel che riguarda il sorteggio e le schede svizzere… si legge “che il sorteggio non sia stato truccato, così come hanno sostenuto le difese, e’ emerso in maniera sufficientemente chiara al dibattimento. Incomprensibilmente il pubblico ministero si e’ ostinato a domandare ai testi di sfere che si aprivano, di sfer scolorite e di altri particolari, se il meccanismo del sorteggio per la partecipazione ad esso di giornalista e notaio era tale da porre i due designatori, Bergamo e Pairetto nell’impossibilita di realizzare la frode”.

Nonostante ciò, il giudice ritiene che il “metodo pacificamente artigianale” del maresciallo Di Laroni sovrastima i contatti tra le schede, ma ritiene credibile che i contatti ci fossero e l’attribuzione, visto che “taluni hanno confessato il possesso della scheda”, sia convincente per l’identificazione col singolo imputato. I capisaldi della condanna, dunque, paiono risiedere interamente nelle Sim. Intanto, continua ‘Tuttosport’, andando ad analizzare le singole frodi appaiono evidenti le discrepanze tra la sentenza del rito abbreviato che ha condannato Giraudo e il primo grado di Napoli: tutto qui si gioca sui contatti non intercettati (si poteva, perché non lo hanno fatto?) sulle schede straniere.

In merito all’affare Paparesta, il tribunale di Napoli ha ritenuta non veritiera la storia del sequestro, ma scrive: ”Pur se è risultato non vero quello che lo spavaldo Moggi andava diochiarando in giro, e per telefono, cioé di avre chiuso l’arbitro Paparesta nello spogliatoio… nondimeno va valutata la reazione di Paparesta a quella che era pur sempre stata una protesta fuori misura di Moggi per gli errori dell’arbitro, di non inserimento cioé del comportamento furioso nel referto arbitrale, reazione che va interpretata come un effetto del timore reverenziale nei confronti della persona”.

Grave, inotre, viene ritenuta l’ingerenza negli ‘affari della Figc’ con i cui esponenti Moggi aveva un ”rapporto disinibito” come emerso in una telefonata con l’ex presidente Franco Carraro che testimonierebbe ”l’alto livello dell’invadenza nelle soluzioni tecniche”.

Scarica da qui il PDF completo delle motivazioni

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Pubblicato da
Alberto Zamboni