Calciopoli: dopo Collina dà buca anche Moratti

Oltre a Pierluigi Collina, anche Massimo Moratti non sarà tra i protagonisti dell’u­dienza di ripresa del processo Calciopoli prevista per venerdì a Napoli: un viaggio di lavoro a New York lo terrà lontano dal banco dei testimoni, convocato dai legali di Luciano Moggi. Ad oggi, inoltre, non è dato sapere se Mo­ratti si presenterà davanti al­la giudice Casoria il 12 otto­bre, per l’udienza successiva.\r\nDi certo si sa invece il perché sia, pro­babilmente, scattata la pre­scrizione di eventuali reati sportivi per club e tesserati coinvolti loro malgrado nel ca­so Calciopoli 2, prima dalle 140 telefonate appena periziate e sbobinate: la Figc e la Procura federale guidata allora come ora da Stefano Palazzi non ha ritenuto degne di apertura di fascicolo d’indagine – con inter­ruzione della prescrizione per eventuali reati sportivi com­messi grigliando e telefonando ad arbitri e designatori nella stagione 2004-2005 – le parole messe a verbale dall’avvocato di Moggi, Maurilio Prioreschi che il 22 aprile 2009 (la pre­scrizione è scattata per i sin­goli tesserati il 30 giugno 2009, per i club il 30 giugno 2007) chiedeva perché mancassero le telefonate tra Bergamoe Mo­ratti di cui si parlava in una celebre intercettazione tra l’ex designatore e la Fazi. «Abbia­mo chiesto la trascrizione di al­cune telefonate che Paolo Ber­gamo fa alla signora Fazi. In queste telefonate, Bergamo, sotto intercettazione da tem­po, riferisce di alcune chiama­te che avrebbe ricevuto da par­te del presidente dell’Inter Mo­ratti. Ci torneremo quando ve­drete la trascrizione, lui dice ‘mi ha chiamato Moratti, mi ha parlato degli arbitri, delle designazioni’ e quant’altro», di­ce in aula Prioreschi chieden­do la trascrizione delle 170 mi­la telefonate scoperte. La Figc ha ascoltato e letto il verbale, poteva domandarsi se fosse il caso di “attezionare” un anno prima di Calciopoli 2. In tem­po per procedere contro i tesse­rati e non solo contro lo scudet­to 2006.\r\n\r\n(Credits: ‘Tuttosport’)\r\n\r\n

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Pubblicato da
Alberto Zamboni