Buffon “Giocherò finché avrò stimoli, non voglio rubare soldi”

Quanto avrebbe scommesso su una Juve così in alto da subito? “Poco, anzi nulla: ci speravo, però non ci credevo”. Gigi Buffon racconta le sue impressioni nel corso di una lunga intervista concessa oggi al ‘Corriere dello Sport’. Dopo un paio di stagioni travagliate anche dal punto di vista personale a causa di alcuni guai fisici, l’estremo difensore bianconero è tornato sui suoi livelli rivelandosi decisivo anche nell’ultima gara casalinga contro l’Inter. Ma qual è il segreto della rinascita della Juventus: “L’ambizione che il nostro allenatore ha dimostrato sin dal primo giorno, supportata da lavoro duro e insegnamenti sul campo. Ci ha conquistato e forgiato caratterialmente: ci hanno spinto il sudore, la forza e il sacrificio, insieme con il nuovo stadio e la voglia di cancellare due brutte annate”, rivela ‘SuperGigi’. “Penso che per aiutare un tecnico non ci sia altro che le prestazioni: certo, devi anche dare l’esempio fuori dal campo, ma questo è un gruppo di ragazzi uniti e rispettosi, c’era più bisogno di continuità nelle partite”, spiega il portiere della nazionale azzurra che sul testa a testa con il Milan si esprime così: “Ha quattro punti in più, ma non molliamo: dobbiamo dare tutto per non avere ulteriori rimpianti alla fine”.\r\nTornando alle prestazioni personali, dopo tante critiche, sono tornati di moda gli elogi… “Le critiche possono starci, però c’è un limite. So che i sei mesi dopo il rientro non sono stati i migliori della mia vita sportiva, però mi ero ripreso da un’operazione e due o tre errori potevano essermi concessi. Ci sono state anche partite in cui ho parato bene, solo che la situazione era particolare: la Juve andava male, io venivo dall’infortunio, c’era sfiducia. Non ho rancore e conosco le regole: fossi stato il signor nessuno, certe cose non sarebbero successe”, replica Buffon che riguardo le sue parate stagionali sceglie “la più importante a Udine, su Isla. Poi con il Milan in casa, su Boateng. E anche a San Siro, su Mexes e Muntari: tutti hanno parlato del gol-non-gol, dimenticando due interventi niente male”.\r\n\r\nIn questi giorni tiene banco anche la questione del rinnovo. A che punto sono i lavori? “A me interessa non rubare soldi e quindi giocare finché mi sento bene, ho stimoli e sono competitivo ai massimi livelli: le componenti ci sono tutte e la Juve, ovviamente, ha la precedenza. America o Cina? Ogni tanto ci penso, ma tutto dipende dall’età fino a cui manterrò certi livelli: se dovessi rimanere in Nazionale fino a 38 anni, per esempio, difficilmente avrei poi voglia di andare all’estero”.\r\nPoi, una nota sull’ennesima magia di Alex Del Piero contro l’Inter: “Sono contentissimo. Ale si allena con voglia per rimanere competitivo più a lungo possibile e nonostante le avversità che possono esserci riesce sempre a far parlare in positivo, facendo gol e non facendo polemiche. Non so se riuscirei a tenere un comportamento così e per questo lo ammiro ancora di più. Il suo rinnovo? Non conosco bene la situazione di Ale e non ho idea se cambierà qualcosa, anche se me lo auguro: staremo a vedere, se dovesse andar via mi mancherà”.\r\ntornando all’attualità, domenica arriva allo Juventus Stadium il Napoli: “E’ la squadra italiana che apprezzo di più – rivela Gigi – : credo pratichi, insieme a noi, il calcio più divertente e si vede la grande mano dell’allenatore. A Londra è andata male, ma ha giocato a viso aperto: non è da tutti. La Coppa Italia?\r\nVorremmo sollevarla, ricominciare a vincere: si innescherebbe un meccanismo importante, dopo tre mesi ci sarebbe la Supercoppa…”.\r\nSi parla tanto del dopo Buffon e della possibile sostituzione con Nicola Leali del Brescia: “Mi sembra un portiere affidabile, da grande squadra. Anche quando il Brescia viveva il periodo peggiore, non ha commesso errori grossolani: significa avere stabilità mentale, è importante per stare in una big”.

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Pubblicato da
Alberto Zamboni