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Allegri cambia la Juve e prova l’albero di Natale

Massimiliano Allegri sperimenta nuove soluzioni per la Juventus. Quella di ieri contro il Chieri è stata un’amichevole come tante se ne giocano durante l’anno contro avversari (non ce ne vogliano) modesti. La sgambata si è conclusa con un netto 5-0, frutto della tripletta di Gonzalo Higuain e delle reti di Miralem Pjanic e Federico Bernardeschi. Ovviamente, non è un test valevole più di tanto dal punto di vista agonistico, ma ha offerto l’occasione ad Allegri di fare esperimenti dal punto di vista tattico.

La formazione schierata è stata rimaneggiata per via di assenze e giocatori appena rientrati dalle nazionali impegnati in un lavoro differenziato. C’era comunque “materiale” a sufficienza per provare moduli diversi dal classico 4-2-3-1. Si tratta pur sempre del modulo che i giocatori bianconeri conoscono meglio, ma il tecnico della Juventus studia sempre alternative e nuove soluzioni. Come il 4-3-3 che abbiamo già visto per spezzoni di gara durante la tournée americana e che meglio si adatterebbe ai centrocampisti in rosa, Matuidi su tutti.

Allegri e il 4-3-2-1

Contro il Chieri, però, Allegi ha provato anche il modulo ad “albero di Natale”, ovvero il 4-3-2-1, che come il 4-3-3 prevede la rinuncia ad uno dei calciatori offensivi a favore di un centrocampista. La linea mediana, del resto, è quella che fin qui ha denotato le maggiori sofferenze e se il centrocampo non fa filtro, la difesa prende anche più gol. Insomma, si cercano nuovi equilibri e ieri il tecnico toscano li ha cercati con Higuain di punta e Douglas Costa e Bernardeschi dietro di lui ma più stretti rispetto al solito. Per l’ex viola non è una novità, abituato alla Fiorentina anche a giocare in posizioni più accentrate della trequarti, mentre il brasiliano si è sostanzialmente adattato.

Certo, con altri interpreti come Dybala, potrebbe essere una soluzione importante, ma se adottato questo modulo chiuderebbe le porte della titolarità in un solo colpo a Mandzukic e Dybala. Insomma, è tutto in divenire e il numero di partite da giocare non mancano per fare esperimenti. L’importante è che nei momenti decisivi, quale che sia il modulo, sia trovata la quadratura del cerchio.

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Pubblicato da
Alberto Zamboni