Interviste

Allegri: “Giocano sicuro questi tre, gli altri vediamo…”

La conferenza stampa di Massimiliano Allegri e Giorgio Chiellini alla vigilia della finale di Coppa Italia

“Domani è una bellissima serata, un derby d’Italia”: esordisce così Massimiliano Allegri nella conferenza stampa alla vigilia della finale di Coppa Italia tra Juventus e Inter. “Giochiamo contro una squadra difficile da affrontare – ammette – Nelle partite precedenti abbiamo fatto buone partite. Ci vorranno pazienza, lucidità, lettura dei momenti della partita. Il calcio è una roba strana: magari dopo 2 minuti può sbloccarsi e diventare un’altra partita. Dobbiamo avere la lucidità e la serenità di fare una buona gara e cercare di portare a casa la coppa. Dubbi di formazione? Qualcuno ne ho. Domani mattino o pomeriggio prima della riunione devo dirglielo, se no dicono ‘Chi è che deve andare in campo?’. Chiellini gioca, perché è qui accanto a me, Perin uguale. Gli altri vediamo… Difesa a tre? Vediamo, i giocatori che vanno in campo possono giocare a tre o quattro. Possiamo cambiare a gara in corso. Dybala gioca. Accontento tutti. Miretti? Oltre a lui ho convocato anche Nicolussi. Sono contento perché ha avuto un infortunio al crociato e non riusciva a venirne fuori. L’altro giorno mi sono divertito a vedere l’Under 23 e come premio l’ho portato con noi”.

In una stagione avara di soddisfazioni, vincere la Coppa Italia per la Juve è un traguardo importante. “Che finale è? Invece della ciliegina è la torta – dice sorridendo – Quando giochi una finale, è normale che abbia un’importanza grossa perché devi cercare di vincerla. Noi domani dobbiamo cercare di fare questo. La squadra ha iniziato male, abbiamo fatto una rincorsa. Abbiamo raggiunto un risultato importante perché giocare la Champions tutti gli anni è importante. Non siamo riusciti a vincerla, ma una volta finita la stagione ci metteremo lì per andare a migliorare le cose a 360 gradi e ripartire. La valutazioni della stagione è semplice: se domani vinciamo, direte va bene però è la Coppa Italia, se perdiamo la stagione è disastrata. Noi facciamo altre valutazioni. L’anno prossimo partiremo dai blocchi con l’obiettivo di vincere le competizioni a cui parteciperemo”.

Facendo un sunto della stagione, Allegri non può non tornare dagli ultimi giorni del mercato estivo, che hanno inevitabilmente condizionato quanto accaduto nei mesi successivi: “La perdita di Ronaldo a tre giornate dalla fine del mercato non è stata semplice. Io dovevo conoscere la squadra, abbiamo avuto anche delle situazioni come la perdita di Chiesa. Ah domani sono tutti convocati, lui, McKennie… Il fatto di spingere molto sull’acceleratore. Poi, passato il turno di Champions, pensavo che la squadra sarebbe cresciuta e così è stato. La società ci ha dato una mano a gennaio prendendo Vlahovic. Abbiamo fatto una risalita importante, terminata nella gara con l’Inter. Ora siamo qui a giocarci la Coppa Italia. Chi viene eliminato la guarda dalla televisione. Si è creata una base, una conoscenza tra me e i giocatori e la società. Di questo sono contento, sono sereno del fatto che l’anno prossimo avremo molte più possibilità per lottare fino al fondo per l’obiettivo principale che è lo Scudetto, arrivando a marzo nelle migliori condizioni. Domani – insiste – abbiamo la Coppa Italia e sarebbe carino portarla a casa”.

Inevitabile la domanda sulla “filosofia” e gli allenatori, ma Allegri ribadisce il concetto già espresso tante volte in passato. “Gli allenatori più bravi? Sono quelli che vincono. Ancelotti, a cui rifaccio i complimenti, ha fatto la storia del calcio italiano. Lippi, Capello, Sacchi anche. Gli allenatori vincenti sono quelli. Carlo è l’unico che allena ancora, era dato per finito dopo Everton e Napoli, ma non è così – evidenzia – In Italia ci sono tanti bravi allenatori giovani che possono avere la possibilità di allenare una grande squadra. Ma è differente, perché allenare una grande squadra per vincere è diverso. Ci sono tanti allenatori che allenano in Serie D, in Eccellenza, sono preparati, più bravi a livello tattico. Ma l’allenatore non è ridotto solo a quello, ci sono sfaccettature che non sono scritte in nessun libro. O le hai o le hai. È madre natura. Ci sono le categorie, piaccia o non piaccia. Quelli che vincono sono più bravi”.

Infine una battuta su Vlahovic: “Sta facendo bene. Lui è sereno, a volte chiede troppo a se stesso, ma è una questione caratteriale. Non vuole mai perdere, ma ha dimostrato caratterialmente e tecnicamente di essere da Juve. I numeri che sta facendo a livello di gol sono buoni, poi è difficile in Italia fare un gol a partita. Son 3 partite che non fa gol – conferma – ma ci sta è successo anche a Ronaldo. La faccia arrabbiata col Genoa fa sì che ci tenga molto”.

Chiellini: “Stagione Juve in crescendo”

Prima di Allegri, ha parlato in conferenza stampa capitan Giorgio Chiellini: “Questo è stato un anno in crescendo. Dopo un inizio difficile questa squadra ha avuto una propria identità, arrivando a raggiungere la qualificazione aritmetica in Champions a quattro giornate dalla fine. A gennaio eravamo a -7 dal quarto posto, la squadra è cresciuta, il percorso è stato evidente e importante. Abbiamo ritrovato attribuiti e caratteristiche che questa squadra deve avere e saranno il cardine della prossima stagione. La partita di domani è l’ultima di questa stagione ma propedeutica per l’inizio della prossima. Finire vincendo la partita di domani sarà un’iniezione di fiducia. La Juventus nel suo DNA ha il dovere di iniziare per vincere ogni trofeo a cui partecipa. La Coppa Italia ti dà un trofeo in più da giocare, la Supercoppa, ma ti darebbe anche uno slancio in più per lo Scudetto”.

Potrebbe essere l’ultima finale di Chiellini in maglia bianconera, ma il difensore toscano dribbla: “Anche l’anno scorso di questi tempi facevamo lo stesso discorso. Io vivo con l’entusiasmo di un ragazzino. C’è voglia da parte nostra di raggiungere questo trofeo, consapevoli della difficoltà di questa partita. Sono una squadra forte, che ti fa pagare ogni minimo errore. Avendo questa consapevolezza – continua – abbiamo tutte le carte in regola per fare la nostra partita. Arriviamo in un momento buono ma non entusiasmante: l’Inter ha perso la vetta ed è impegnata nello Scudetto, noi abbiamo raggiunto il nostro obiettivo che era prendere la Champions ma la speranza di raccogliere qualcosa in più c’era. La partita è talmente importante che si giocherà su dettagli ed episodi. Dovremo capire i momenti della partita, quando ci sarà da soffrire e quando colpire l’Inter per fare gol. Con lucidità e senza isterismi del caso”.

Quest’anno contro l’Inter la Juve non ha mai vinto, tra l’altro: “Con loro sono sempre partite equilibrate, poi sono i dettagli a fare la differenza. In Supercoppa senza l’infortunio di Alex Sandro saremmo andati ai rigori e sarebbe stata diversa. In campionato c’è stato equilibrio, tiri in porta pochissimi. Questo fa capire quanto saranno importanti i dettagli. Discorso ai compagni? Non sono un tipo da discorsi da film. Io sono più da abbraccio, da pacca sulle spalle, in modo da trasferire quello che provo. Bisogna giocare a calcio, pensare a quello ed evitare nervosismi inutili. Ventesimo trofeo con la Juve? Sarebbe 20+1, quello non possiamo dirlo ma visto che c’è rivalità accendiamola. Con i ragazzi che ci sono ora mi sento fratello maggiore. Spero di aver lasciato loro qualcosa nel quotidiano. La Juve ha certi valori che non ho creato io, ma che ho solo imparato e portato avanti. Il mister, che ha vissuto prima il Milan, conosce la differenza. La Juventus ha bisogna della sua identità, che io ho imparato da Del Piero, Buffon, Pessotto… Prima di loro Ferrara, Gentile… C’è un filo conduttore alla Juve e bisogna continuare così”.

A proposito della fine di un ciclo, Chiellini ricorda: “A parte il primo anno, quindi dal 2006 al 2012, non ho vinto niente. Non sono stati pochi gli anni. Questa squadra tornerà a vincere, lo dice la storia della Juve e la famiglia dietro è garanzia per gli juventini. È difficile rifare il ciclo che abbiamo fatto noi, è stata un’eccezione. L’egemonia che abbiamo avuto si può trovare in Germania, in Francia che c’è dislivello. Questa squadra deve tornare a vincere e domani sarebbe bello tornare a vincere questa coppa. Non mi aspetto una partita come Real-City. Siamo di mentalità italiana. Real City è stata bellissima, fossi stato io in campo sarei uscito arrabbiatissimo. È stata bellissima da vedere, ma non mi aspetto una partita come quella perché abbiamo caratteristiche diverse”.

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Pubblicato da
Alberto Zamboni