Agnelli risponde a Petrucci: “Rispettosi delle regole. Noi giudicati in pochi giorni, l’Inter in 14 mesi”

Non si è fatta attendere la risposta della Juventus alla dura conferenza stampa del Presidente del Coni Petrucci. Dopo lo sfogo del numero uno del Comitato Olimpico, il presidente bianconero Andrea Agnelli aveva convocato in mattinata per le ore 17.30 una contro-conferenza a scopo chiarificatore e per esporre le prossime mosse legali del club bianconero. “Diciamo che sono state giornate intense e questa mattina il presidente del Coni Petrucci ha tenuto una conferenza stampa che io ho ascoltato molto attentamenteesordisce Agnelli – E’ chiaro che nel discorso che tutti quanti voi avete ascoltato, il presidente non abbia mai citato la Juventus, ma in alcuni suoi passaggi è stato chiaro a tutti il riferimento che ha fatto alla società Juventus e, a mio modo di vedere le cose, specialmente quando ha parlato di doping legale. Credo che, giustamente, abbia anche fatto un commento e alcune riflessioni su quello che è il drammatico momento che sta vivendo il Paese, probabilmente una delle crisi più importanti della storia recente di questo Paese”.\r\nDopo un augurio al nuovo governo Monti appena insediatosi, poi, Agnelli risponde a Petrucci con una riflessione: “E’ molto semplice, ma anche molto efficace e credo che la cosa più opportuna sia che ognuno il faccia il proprio mestiere: i dirigenti facciano i dirigenti, i muratori facciano i muratori, gli impiegati facciano gli impiegati. Io faccio il presidente della Juventus con grandissimo orgoglio. E quindi come presidente della Juventus devo tutelare i suoi interessi. Oggi, però, il presidente Petrucci ha fatto anche un appello molto importante: ha richiamato ed ha cercato di coinvolgere tutti quanti su quello che deve essere il ritrovamento di un’armonia e serenità all’interno del mondo dello sport, all’interno del mondo sportivo, ed in particolar modo – che ha citato più volte – quello del calcio ad alto livello. Il presidente, nei suoi vari passaggi, ha ricordato tante volte quello che è un suo punto fondamentale,  e questo è il rispetto delle regole. La Juventus, per quanto mi riguarda, ha sempre, e ribadisco sempre rispettato tutte le regole ed ha intenzione di continuare a farlo”.\r\nSu quale campo allora, intende combattere il ‘Palazzo’ la Juventus? “Certo è che una serie di avvenimenti che sono avvenuti dal maggio 2010 ad oggi sono stati diversi ed è difficile fare di tutta l’erba un fascio – prosegue il numero uno di Corso Galileo Ferraris – A me piace in questa fase fare un piccolo excursus di quello che è successo e ricordare i vari fatti. Il tutto nasce nel maggio del 2010 a fronte di un esposto che la Juventus ha presentato alla Federazione Italiana Giuoco Calcio e col quale chiedevamo di verificare se i presupposti che hanno portato all’assegnazione del titolo di campione d’Italia 2005/2006  – quindi quello che io ho ricordato in altri momenti, l’assenza di comportamenti poco limpidi -, fossero ancora validi alla luce di quanto emerso successivamente”.\r\nUna lettera rimasta per oltre un anno nei cassetti della Federazione…  “Il nostro esposto presentato nel maggio 2010 diventa lettera morta per 14 mesi. E qui c’è una mia prima riflessione che è doverosa da fare con gli ordinamenti di giustizia sportiva: un maxi processo, se così vogliamo chiamarlo, come quello che è avvenuto nel 2006, ha avuto corso in meno di quattro mesi ed ha portato a pesantissime condanne, mentre invece si debbano aspettare 14 mesi per ottenere una risposta ad un semplice esposto di otto pagine. Qui già c’è una prima differenza notevole. A me piace ricordare inoltre che il 26 ottobre del 2010, riceviamo da parte della Federazione  – quindi siamo a cinque mesi dopo la presentazione del nostro esposto – una lettera in cui ci comunica che ha valutato di assumere ogni determinazione in ordine alla richiesta avanzata all’esito dell’attività già in corso. Quindi, noi, quantomeno a ottobre, sappiamo che l”attività d’indagine è già in corso da parte della procura federale, ma è solo il 1° luglio del 2011, quindi otto mesi dopo, che arriva la relazione del procuratore Palazzi. E, coincidenza, arriva a qualche giorno da quando trascorrono i termini di prescrizione degli atti contestati. Mi piace ricordare cosa diceva la relazione di Palazzi. E vi leggo nuovamente alcuni passaggi: “… una notevole rilevanza disciplinare per gli elementi obiettivamente emergenti dalla documentazione acquisita al presente procedimento, risulta essere, inoltre, l’unica società nei cui confronti possano, in ipotesi, derivare concrete conseguenze sul piano sportivo, anche se in via indiretta rispetto agli esiti del procedimento disciplinare, come già anticipato nella premessa del presente provvedimento e come si specificherà anche in seguito…per via di una fitta rete di rapporti, stabili e protratti nel tempo al fine di condizionare il settore arbitrale. Intervengono spesso in prossimità delle gare che dovrà disputare l’Inter e che oggetto delle stesse sono proprio gli arbitri e gli assistenti impegnati con tale squadra. In relazione a tali gare l’Inter si pone quale interlocutore privilegiato per il consenso preventivo della definizione di un arbitro, eccetera..’. Arrivando alla conclusione, dove il procuratore Palazzi ritiene che ‘le condotte in parola sono tali da integrare la violazione oltrechè i principi di cui l’articoli 1, comma 1, del codice di giustizia sportiva, anche dell’oggetto protratto di cui all’articolo 6, comma 1 del codice di giustizia sportiva, in quanto certamente dirette ad assicurare un vantaggio in classifica in favore della società Internazionale mediante il condizionamento del regolare funzionamento del settore arbitrale e la lesione dei principi di alterità, terzietà, imparzialità  e indipendenza che devono necessariamente connotare la funzione arbitrale in violazione del previgente articolo 6, comma 1, 2 eccetera..’. Questo era quanto emerge dalla relazione del procuratore Palazzi, che come vi dicevo prima avviene pochi giorni dopo l’avvenuto trascorrere dei termini di prescrizione per gli atti probatori”.\r\n”A questo punto – prosegue poi Agnelli – è chiaro che la vicenda non può che diventare politica, tant’è che viene chiesto al Consiglio Federale di esprimersi in merito alla relazione del dottor Palazzi. A me piace ricordare che fino a quel giorno, fino al 18 luglio, noi abbiamo avuto, come è giusto che sia e com’ è giusto che debba essere, totale fiducia su quello che era l’ordinamento sportivo. E abbiamo rispettato assolutamente tutte le regole. Quando il Consiglio decide di non decidere, noi dobbiamo valutare qual è il modo migliore per tutelare gli interessi della Juventus. E solo quando il Consiglio, che ha tutti i poteri per rivedere una decisione del Consiglio stesso, si dichiara incompetente, che noi decidiamo di utilizzare tutti gli strumenti legali a nostra disposizione per tutelare la Juventus in ogni sede”.\r\nIl presidente della Juventus ha parlato chiaro: abbiamo fatto un esposto, inviato una lettera, ad ottobre 2010 ci viene assicurato che era in corso l’indagine sull’Inter e le altre squadre, ma a differenza del 2006, quando si fece tutto in fretta e furia, stavolta la procura federale lascia passare altri mesi terminando la relazione, guarda caso, pochi giorni dopo la sopraggiunta prescrizione. Due pesi e due misure, e intanto chi si “prodigava con arbitri e guardalinee in prossimità delle partite” ha indossato un tricolore dell’onestà e goduto di notevoli vantaggi economici e sportivi.\r\nTornando poi sull’ultima decisioen di incompetenza del Tnas, Agnelli ha dichiarato: “A me piace anche ricordare, con la massima serenità, e la massima tranquillità, che gli strumenti legali, previsti dall’ordinamento giuridico italiano, sono gli stessi a cui fanno fede i principi dell’ordinamento giuridico sportivo italiano. L’ordinamento giuridico sportivo italiano è un ordinamento all’interno di un ordinamento superiore della giustizia italiana. Quindi è con grande serenità che valuto e accolgo il richiamo al rispetto delle regole da parte del presidente Petrucci. Rispetto delle regole che però deve valere sempre e per tutti. Siamo quindi passati ad un altro grado della giustizia sportiva, il ricorso al Tnas. Tnas che si è dichiarato anch’esso incompetente ieri. Come voi sapete, il rito presso il Tnas prevede anche la facoltà di conciliazione tra le parti. E giustamente il presidente Petrucci ha parlatyo di doping legale. A me fa piacere ricordare con la massima serenità che a quell’incontro di conciliazione io ero l’unico presidente presente; la Federazione e l’Inter hanno mandato i loro legali. Quindi i legali avevano un mandato ed io ero l’unico presidente in grado di conciliare eventualmente le varie posizioni. La Juventus era presente nella persona del suo presidente; le altre istituzioni hanno deciso che non era il caso di essere presenti ed hanno loro mandato i legali. Detto tutto ciò mi sembrava doveroso, perchè è vero ed è corretto concordare sul fatto che il clima si sia effettivamente riscaldato, però è giusto anche ragionare perchè da parte nostra… non è che si sia surriscaldato, abbiamo deciso di intraprendere una serie di passi alla luce di quelle che sono state le risposte da parte dell’ordinamento sportivo. Il presidente Petrucci oggi ha chiesto a tutti noi di fare un passo indietro. Io chiedo invece al presidente Petrucci ed al neo presidente dello Sport e Turismo, il dottor Piero Gnudi, di fare un passo avanti tutti assieme e di aprire veramente e finalmente un tavolo politico dove confluiscono due grandi elementi”.\r\n\r\nheight=370

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Pubblicato da
Alberto Zamboni