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Adani tuona contro Allegri: “Vi dico perché la Juve ha perso…”

Lele Adani scatenato contro Allegri. Sul canale Twitich della Bobo TV, il noto opinionista ha detto la sua dopo il 5-1 di Napoli.

Adani punge ancora Massimiliano Allegri. La Juventus è stata travolta dal Napoli per 5-1, non senza conseguenze. L’opinionista Rai, da sempre contrario al gioco espresso dalla Juve del tecnico toscano, ha commentato la sfida dei bianconeri al Maradona.

Adani si scaglia contro Allegri sulla Bobo TV

(Photo by Francesco Pecoraro/Getty Images)

“La Juve dopo l’anno scorso doveva essere incazzata e con i giocatori che ha per me è la squadra più forte della Serie A. Nello scontro diretto però serviva un segnale diverso. In realtà nell’ultimo anno e mezzo questa Juventus non ha costruito nulla. L’esempio della prestazione della Juventus di stasera è quello che si ha sul secondo gol, quello di Kvaratskhelia. Chi doveva prendere il georgiano? Perché ok Bremer che si fa raggirare da Osimhen che in questo momento è un’ira di Dio, ma Danilo che fa? Deve raddoppiare sul nigeriano o chiudere sul 77? Perché se la cosa che Danilo doveva fare era la prima il quinto di centrocampo avrebbe dovuto chiudere Kvaratskhelia e invece non c’era.

Su Twitch, nel solito salotto della Bobo TV, Adani ha focalizzazione la sua attenzione polemica sul gioco della Juve: “Chi ha allenato e preparato le chiusure, le scalate sul georgiano in settimana? Io no perché mi occupo d’altro. Avete visto dove porta il corto muso? E dire che vincere è l’unica cosa che conta? Poi arrivano queste partite. Eravamo bassi di energia, queste cose, le solite. Vedete cosa succede a urlare a Soulé di andare alla bandierina? Bisogna insegnare a giocare a calcio. In questo campionato modesto, senza Napoli, la Juve sarebbe prima o seconda. Quando guardo i giocatori della Juve, mi dico che è un peccato perché sembrano tutti inferiori al loro potenziale. Chiesa come fa a divertirsi con questa squadra messa così in campo? E Di Maria? Bisognerebbe salire di collettivo”.

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Pubblicato da
Alberto Zamboni